Tekken 8 è ormai uscito da un pò, ma per scriverne la recensione abbiamo avuto bisogno di togliere la ruggine da pollici. Tutto ciò premesso, complice la collaborazione di Bandai Namco che ci ha fornito una Ultimate Edition per Xbox Series, siamo pronti a condividere con voi tutto quello che pensiamo su Tekken 8. Il titolo è disponibile per Xbox, PS5 e PC, con la lingua italiana e i sottotitoli. Se siete indecisi su quale versione comprare abbiamo scritto qualche giorno fa un articolo a riguardo, magari andatelo a vedere una volta terminato di leggere la nostra recensione.
Siamo pronti a tornare sul ring?
Partiamo subito dalle novità di Tekken 8 perché sono tante, di qualità e sopratutto piacciono. Il roster vede 32 personaggi, tra cui grandi ritorni dal passato (la sorellina Jun Kazama), Raven e un nuovo personaggio decisamente azzeccato: Azucena. Partiamo proprio da questa novità, ovvero la arte marzialista a capo di una azienda di caffè: la vedremo subito all’opera e – in scia alla popolarità delle arti marziali miste – non potremo non innamorarci del suo stile. Soprassediamo sull’inserimento nella storia che per fortuna poi vede uno scambio di battute più divertente nelle fasi conclusive. I personaggi storici sono a dir poco bellissimi: ben strutturati, non stravolti dalle novità, un design e delle movenze che vedono un mix di tecniche del passato riproposte con perizia.
Lo stile Speciale (di fatto la daddy mode di Tekken 8) vede combo semplificate, sequenze spettacolari e l’Heat Burst. Proprio quest’ultimo permette di chiudere sequenze con spettacolarità, prima di concludere incontri sul filo del rasoio con la Rage Art. Ovviamente per i veri arte marzialisti resta presente lo stile Arcade, tanto amato dai giocatori più smaliziati.
Una storia in linea con il passato
La famiglia Kazama inpernia anche in questo episodio di Tekken 8 la storia principale. Jin ha subito un trauma così forte da non riuscire a trasformarsi a piacimento in demone, il padre Kazuya ha ben pensato di ravvivare le relazioni diplomatiche internazionali affidando il benessere e l’economia sulle spalle del relativo rappresentante del proprio paese. Un esercito della G Corp è pronta ad entrare in conflitto aperto. Le basi per una storia principale dinamica e apprezzabile ci sono, il risultato è piuttosto buono, senza dubbio meglio di tante altre produzioni altisonanti la cui deriva inclusivista modernoide deformata ha penalizzato un sistema originale dalla longevità infinita.
La linearità di una storia principale volta ad inserire pian piano i singoli personaggi viene ogni tanto spezzata da battaglie “orda” oppure da sessioni classiche intervallate da quick time event che sparigliano le carte in roboanti sequenze video perfettamente integrate nella battaglia. Peccato per la durata di circa 3 ore, perché comunque rispetto alla vecchia storia arcade è comunque una piacevole carrellata di personaggi anziani e non.
I 32 personaggi, fedeli al passato ed è un bene!
La forza di Tekken 8 è riproporre personaggi, senza stravolgere per forza il passato. A dir poco ammirabile l’invecchiamento dei personaggi storici con Paul e Law più maturi (ma non meno forti), l’inserimento di una splendida Reina e la già citata Azucena Ortiz. Lo stile Arcade ricalca il passato nel bene e … nel bene. Perdonate la battuta, ma sono nato con Tekken 2 e non mi sento stanco neppure adesso. Al contempo lo Stile Speciale è volto ad un certo appiattimento delle battaglie, seppur nella loro spettacolarità. Va bene anche così, del resto stiamo parlando di diverse generazioni di combattenti da divano.
Le tecniche sono state forse fin troppo esaltate, sopratutto negli intermezzi delle mosse speciali, rendendo più tamarri persino i personaggi che già erano definiti tali vent’anni fa. Paul e Hwoarang sono l’emblema di come è possibile comunque rendere snodati dei personaggi disegnati con l’Unreal Engine, un mix di tecnica esplosiva e massa muscolare.
Tutto il resto del mondo Tekken
Il Tekken Ball torna offline e online ed è come sempre una variante divertentissima in compagnia, in couch play con i nostri amici. L’arcade e l’allenamento non vedono particolari innovazioni, utili appunto per chi non vuole limitarsi allo Stile Speciale. Poi c’è tutto il comparto online, che ci vede scontrarci con altri giocatori con un netcode ben strutturato, senza particolari sbavature e lasciandoci quindi godere appieno quest’ultimo capitolo di Tekken. Un sistema di ricompense ci permetterà di scalare le classifiche online, dopo una selezione con il classico primo combattimento contro la CPU. Padroneggiare i vari personaggi (ben 32) trovandosi contro parecchie persone che usano lo Special Mode renderà tutto più complicato di fatto alzando la curva di difficoltà per i vecchi combattenti e abbassandola per i nuovi. Scelta comune doverosa ormai e azzeccata nel risultato. Alla fine comunque a beneficiarne sarà lo spettacolo, riportando il vero King of The Iron Fist Tournament sul podio e rispedendo i nuovi entrati a fare gavetta.
L’unico neo lo si riscontra negli Heat ovvero battaglie “orda” contro svariati pg. Queste risultano semplici, ma al contempo rovinano la tanto emblematica capacità di movimento e schivata laterale che tutti i personaggi di Tekken 8 hanno nel dna. La percezione è di una profondità e tridimensionalità legnosa, quasi su binari, sopratutto se confrontata a giochi in cui le battaglie contro tanti personaggi (musou) sono il core.