Grazie a Xbox Game Pass stiamo giocando Road 96, un’avventura grafica interattiva capace di unire originalità, temi maturi e uno stile grafico curato e originale. Disponibile nell’abbonamento di casa Xbox è uno di quei titoli che dovete assolutamente provare.
Semplicità e maturità
Il nostro viaggio verso la Road 96, trasposizione videoludica della quasi omologa strada americana, parte con una serie di domande a risposta chiusa volte ad avviare uno dei tantissimi prologhi iniziali. Il risultato ci metterà nei panni di uno dei tanti ragazzi che cercano di attraversare il confine della nazione di Petria tramite la Road 96. In quel momento sappiamo solo che siamo autostoppisti, con pochi soldi, che dobbiamo mangiare, non dobbiamo farci arrestare dalla polizia di frontiera. Il nostro personaggio resta anonimo, una semplice sagoma all’interno di quello che è il vero protagonista di Road 96, ovvero il viaggio inteso non nel senso letterale, ma quale espediente volto a mostrare un mondo distopico e governato da una dittatura. E’ difficile “dire e non dire” per non svelare troppo della trama, pertanto vogliate scusare in anticipo se si rivela qualcosa che possa risultare troppo spoilerante.

I personaggi di Road 96
Il viaggio per attraversare il confine avviene seguendo le storie di diversi ragazzi, che – ad ogni run – aggiungono dei pezzi di puzzle incontrando alcuni personaggi chiave, in scene che mettono di fronte a decisioni e piccoli enigmi che se risolti possono o meno svelare passaggi chiave sia per il proseguo del nostro viaggio che per gli altri. Personalmente sono giunto al termine dell’avventura all’undicesima run, facendo arrestare più o meno volutamente un ragazzo, facendo morire male un paio e arrivando ad attraversare il confine con tutti gli altri.

Se dei singoli ragazzi non rimane altro che una sagoma sulla cartina di Petria, i personaggi incontrati lasciano nel nostro cuore videoludico un intenso ricordo, essendo tramite le loro parole e l’intrecciarsi delle loro vite che la trama di Road 96 arriva ad un finale (o meglio… uno degli X finali). Personalmente preferisco non rigiocare le avventure come questa o come Detroit, conservando un ricordo unico e ben definito andando in controcorrente con la moda del multiverso che imperversa oggi e nel futuro videoludico e non.

Non c’è una scelta giusta
Spesso si discuteva con i compagni di viaggio di Safarigames sul cosa fosse successo e come si fossero affrontate certe situazioni. C’è chi – più ligio – cercava di arrivare alla fine a tutti i costi, c’è chi riteneva Road 96 semplice e banale, c’è chi l’ha adorato a tal punto da completare ogni singolo obiettivo. Quello che accomunava tutti è il coinvolgimento e la voglia di condividere un viaggio che di per sé è solitario. Road 96 è l’emblema di come condivisione non sempre è sinonimo di multiplayer: ognuno di noi ha condiviso un viaggio, sullo stesso sentiero, un pò come succede nella vita, che sembra che ognuno abbia la sua dimenticandosi che invece si intreccia quotidianamente con quella degli altri, nel bene e nel male. Dimenticando che le nostre scelte, le nostre azioni possono cambiare in maniera anche significativa la giornata e il percorso degli altri. Road 96, nella sua semplicità, me l’ha ricordato molto più di qualunque altra avventura finora, pur attestandosi su livelli più elementari per quanto riguarda la trama, ma non per questo risultando meno godibile.
Un viaggio unico
Road 96 lascia un ricordo indelebile nel nostro cuore di videogiocatore. Un gioco in singolo che va assaporato, ascoltato e che vi lascerà negli occhi un ricordo unico. Se cercate qualcosa che vi riporti all'essenza del videogioco lo troverete. Se invece vi limiterete al completarlo e non vi lascerete trasportare dal vero protagonista della storia, il viaggio, comunque vi resteranno degli spunti di riflessione.