Dopo aver esplorato in lungo, in largo e in alto Adelpha siamo pronti a parlarvi di Outcast a New Beginning. Scoprite tutto quello che è giusto sapere nella recensione basata sulla versione Steam che ci è stata gentilmente fornita. Il gioco è interamente doppiato in inglese, ma sono presenti sottotitoli in italiano. Outcast A New Beginning è inoltre disponibile per PS5 e Xbox Series.
La storia ha radici antiche
Era il 1999 e sulle pagine di Giochi Per il Mio Computer leggo di uno sparatutto innovativo, graficamente impressionante. C’erano ancora le lire e sopratutto non lavoravo. Spendere 9.900 lire per una rivista che regalava un gioco completo e un secondo CD di demo era già un lusso, tanto più se poi amavi anche i manga. Fatto sta che dovetti decidere se comprare Might & Magic VII oppure proprio Outcast, optando per il primo, proprio perché valutato 9 /10 mentre il secondo si collocava mezzo gradino sotto. Oggi Might & Magic è finito nella storia, mentre Outcast rinasce in un sequel di lusso, appunto A New Beginning.
Ancora una volta il protagonista, Cutter Slade, un ex Navy Seal, viene riportato in vita dagli abitanti di Adelpha, sperando che li possa salvare dagli invasori. Il brusco risveglio rivela che in realtà sono proprio i terrestri ad aver invaso il pianeta con intenti colonialisti. Ci troveremo quindi a combattere androidi e fauna locale (ahimé poco varia). Diversi flashback saranno l’espediente per farci ripercorrere la memoria di Cutter Slade, risvegliatosi un pò Link in Breath of The Wild (e non sarà l’unica analogia…). L’esplorazione di Adelpha ci porterà a conoscere le diversità delle zone (dalla fauna rigogliosa e verde al deserto dei canyon) con transizioni credibili, seppur un pò forzosi a volte.
Un mondo variegato, seppur un pò vuoto
Ho iniziato ad introdurre il mondo di Adelpha perché è la sua strutturazione in lungo, in largo e in alto che di fatto diventa vero stimolo per proseguire nel gioco. Non è la trama, piuttosto semplice, seppur comunque piacevole, né il gameplay molto classico. Il mondo di Outcast A New Beginning ti porta a voler esplorare l’intera mappa di gioco, sopratutto quando si tratta di risolvere dei jump puzzle per raggiungere vette e location più in alto. Lanciandosi poi con la tuta alare il mondo appare davvero ben disegnato, molto più vario di quello che si può notare semplicemente percorrendo le strade e i sentieri. Le cittadine invece sono bellissime, da effetto wow in tutte le loro versioni: qui si capisce come ci sia stata cura nella progettazione, nel renderle variegate e impreziosirle con dettagli.
Le tre dimensioni del movimento
Uno degli elementi meglio riusciti di Outcast a New Beginning sono sicuramente le abilità di spostamento. Progettate per essere divertenti e accessibili fin dall’inizio, permettono ai giocatori di esplorare liberamente il mondo di gioco. Con una tuta dotata di parapendio, i giocatori possono planare attraverso precipizi e valli, godendo di una libertà senza precedenti nel movimento. Inoltre, il gioco non impone barriere artificiali (eccezion fatta per alcune zone “boss”), consentendo di affrontare le missioni in qualsiasi ordine e di esplorare liberamente senza il timore di incontrare nemici di livello troppo elevato, sebbene per alcune sfide vi sia un disclaimer che invita prima a sbloccare un miglioramento delle abilità adeguato.
Spesso vi si trova ad affrontare dei veri e propri jump puzzle, in cui combinare salti, jetpack e abilità di planata, oltre a minigiochi che ricordano alla lontana i santuari di Zelda Botw (moooolto alla lontana). Un timer vi impegnerà a superare un certo percorso disegnato apposta per il sistema di movimento su tre dimensioni. Nulla di trascendentale, ma comunque piacevole.
Fattore nostalgia, missione compiuta
Outcast A New Beginning rappresenta un interessante connubio tra passato e presente nel mondo dei videogiochi, offrendo un’esperienza che attinge dalla nostalgia del titolo originale del 1999, pur introducendo elementi che si allineano alle aspettative del pubblico moderno. Il gioco mantiene l’essenza dell’open-world che aveva reso celebre il suo predecessore, proponendo una libertà di esplorazione e di scelta nel completamento delle missioni che continua a essere un punto di forza. La fedeltà all’originale si manifesta anche nell’uso della colonna sonora orchestrale e nella riproposizione di ambientazioni esotiche e dettagliate, che evocano un senso di meraviglia e avventura.
Tuttavia, nonostante questi richiami al passato, Outcast A New Beginning introduce anche nuovi elementi insiti nelle meccaniche di gioco aggiornate, che mirano a soddisfare le aspettative dei giocatori contemporanei. Questo tentativo di bilanciare vecchio e nuovo, però, sembra non essere completamente riuscito a conquistare il pubblico più giovane, abituato a esperienze di gioco più dinamiche e a una narrazione più coinvolgente. Le stesse missioni secondarie, ahimè ripetitive e poco ispirate, fanno solo da contorno ad una storia principale che stenta a mantenere l’interesse del giocatore.
Per gli appassionati del gioco originale, Outcast A New Beginning offre un tuffo nel passato, permettendo di rivivere l’atmosfera unica di Adelpha e di ritrovare il carismatico Cutter Slade. La nostalgia gioca un ruolo chiave nell’attrarre questi giocatori, che possono apprezzare il rispetto per l’opera originale e la possibilità di esplorare un mondo familiare con una nuova prospettiva. Inoltre, la presenza di alcuni sviluppatori del gioco originale all’interno del team di Appeal Studios contribuisce a mantenere uno stretto legame con l’Outcast del 1999, garantendo un’esperienza autentica e coerente con lo spirito della serie.
Potremmo dire che Outcast A New Beginning si posiziona in una zona di confine tra il desiderio di preservare l’eredità di un classico e la necessità di innovare per rimanere rilevante nel panorama videoludico attuale. Sebbene possa non soddisfare pienamente le aspettative dei giocatori più giovani, offre comunque momenti di puro divertimento e un mondo ricco di esplorazione per coloro che cercano un’esperienza di gioco che omaggi il passato senza rinunciare a guardare al futuro.