Per ingannare l’attesa di God of War – Ragnarok, riassumiamo quanto accaduto in God of War, per prepararci al meglio a proseguire l’avventura di Kratos ed Atreus.
God of War 2018 spoiler alert!
Ovviamente questo non è un articolo destinato a chi non ha potuto provare l’esperienza dell’ultimo videogioco di Santa Monica Studios, quindi, se non l’avete ancora fatto, vi consiglio di chiudere il browser e giocare a God of War! E dopo questo disclaimer, tuffiamoci nella ciccia di quest’articolo.
Un viaggio come ultimo desiderio
È il funerale di Faye, madre di Atreus e moglie di Kratos. Il suo ultimo desiderio: che la sua famiglia ne spargesse le ceneri sul picco più alto di tutti i regni. Questo spinge i due in un viaggio nelle terre norrene.
Kratos, però, è ancora perseguitato dai fantasmi del passato, e deve imparare a essere anche il padre di cui Atreus ha bisogno.

Atreus è un ragazzo alle prese con la perdita della madre e con un padre distaccato. Il suo unico obiettivo è realizzare l’ultimo desiderio della madre e dimostrare al padre di essere un guerriero. Ha ereditato da Faye una notevole abilità nel tiro con l’arco, con cui vuole dimostrare a Kratos la propria utilità nel corso del viaggio e togliersi di dosso l’etichetta di ragazzo fragile.

Dopo il funerale si palesa Baldur, dicendo di essere stato inviato da Odino, quest’ultimo a conoscenza del passato di Kratos, e sfidandolo a duello. Durante il violento scontro, si scopre che Baldur ha perso la capacità di provare dolore. Giunti al culmine della battaglia, Kratos sfrutta la sua rabbia per sottomettere Baldur e sconfiggerlo. Il dio della guerra capisce di dovere partire immediatamente.

Alla volta della vetta di Midgard
Convinti di essere diretti al picco più alto di Midgard, Kratos e Atreus si avventurano in direzione della montagna più alta del loro regno. Si imbattono quindi nei fratelli: Brok e Sindri, celebri fabbri nanici. Questi offrono prontamente il loro aiuto dopo aver notato che Kratos brandisce l’ascia Leviatano, arma forgiata dai fratelli per la loro amica e defunta moglie di Kratos, Faye. I viaggiatori incontrano anche la misteriosa Strega dei boschi, che offre il suo aiuto e le sue conoscenze su come usare il Bifröst, Si scopre che la Strega dei boschi non è altro che la dea Vanir Freya, madre di Baldur e moglie esiliata di Odino.

Kratos e Atreus raggiungono il picco grazie alla guida di Freya, ma in cima trovano Baldur in compagnia di Magni e Modi, i figli di Thor. Padre e figlio si mettono a spiare gli dèi Aesir, intenti a interrogare uno strano uomo fuso con un albero. Tuttavia, deluse dalle risposte evasive del prigioniero, le divinità sono costrette ad andarsene poco dopo. L’uomo-albero è Mimir, ex ambasciatore e consigliere di Odino, è l’ “uomo più sapiente del mondo”. Egli sta attualmente scontando la sua pena, in quanto sospettato di tradimento verso Odino.

L’uomo rivela che i nostri eroi hanno sì raggiunto il picco più alto di Midgard, ma non il picco più alto di tutti i nove regni. La loro vera destinazione si trova a Jötunheim, e raggiungerla sarà un’ardua impresa: tutti gli ingressi del regno sono stati bloccati. Mimir conosce un’altra strada, ma prima di rivelarla concede a Kratos il piacere di decapitarlo e chiede di essere portato dalla Strega dei boschi. Grazie alla magia, Freya può rianimare la sua testa mozzata e liberarlo finalmente dalla prigionia.

Non appena Kratos scopre la natura divina di Freya, la diffidenza prende il sopravvento in lui, da sempre sospettoso nei confronti degli dèi. La strega consiglia a Kratos di rivelare ad Atreus che è in parte dio, proprio come suo padre. Freya lo avverte che nascondere al figlio la sua natura non farà che portare dolore al ragazzo. Kratos ignora il consiglio e prosegue il viaggio verso Jötunheim.

Durante il viaggio, il trio viene attaccato da Magni e Modi, ma Kratos riesce a infliggere un colpo mortale a Magni. Modi scappa, ma poi rintraccia nuovamente padre e figlio. Uccidendo Kratos, Modi spera di riottenere il suo onore e punta a dimostrare di essere un degno successore di Thor. Modi sottomette Kratos ma, vedendo il padre in pericolo, Atreus attiva istintivamente ciò che sembra essere una vera e propria Furia di Sparta.

La malattia di Atreus e le Lame
Ignaro della propria discendenza divina, Atreus viene sopraffatto dall’improvvisa energia e cade privo di sensi. La sua malattia d’infanzia sembra essere tornata, questa volta più grave. Kratos riesce a respingere Modi, che scappa. Dopo essersi accorto che Atreus è in fin di vita, Kratos decide di portarlo subito da Freya con la speranza che la magia possa salvarlo.

Freya rivela che la malattia di Atreus è dovuta al conflitto tra la sua natura divina e l’inconsapevolezza del ragazzo rispetto alle sue origini. La strega è convinta di possedere un rimedio per Atreus, ma la cura richiede il cuore di una creatura di Helheim, regno dei morti. Nella desolazione di ghiaccio chiamata Hel, l’ascia Leviatano armonizzata con il gelo è pressoché inutile. Kratos allora ritorna a casa e recupera le Lame del Caos. Queste erano un’arma sanguinaria e il simbolo della servitù di Kratos agli dèi greci.
Rimaste l’unico strumento per salvare il figlio, Kratos sceglie di brandirle nuovamente. Recupera il cuore per Freya, che riesce a salvare il figlio. Non appena Atreus riprende conoscenza, Kratos gli rivela la sua vera natura divina. Nonostante questo segreto contribuisca alla guarigione di Atreus, col passare del tempo l’arroganza del ragazzo aumenta. Modi rintraccia nuovamente la coppia nel disperato tentativo di eliminarla per ottenere un briciolo di rispetto da Thor.

Tuttavia, dopo essere stato picchiato dal padre per non aver ucciso Kratos e aver lasciato morire il fratello Magni, Modi si rivela essere tutt’altro che una minaccia. Atreus pugnala Modi, ormai indebolito, disobbedendo agli ordini di Kratos e uccidendo definitivamente il dio. Kratos si rende conto che dopo la rivelazione Atreus è diventato sempre più crudele e arrogante; vuole quindi insegnare al figlio a diventare una persona migliore prima che sia troppo tardi.
La verità su Baldur e Freya
Dopo aver recuperato gli strumenti per creare il portale per Jötunheim, Kratos, Atreus e Mimir ritornano al picco di Midgard per viaggiare fino al regno dei giganti. Baldur li stava però aspettando, e aggredisce il trio. Anziché seguire le indicazioni del padre e saltare nel portale da loro aperto, Atreus pecca nuovamente di arroganza e prova a sfidare Baldur da solo. Kratos interviene, ma durante la lotta il portale viene distrutto.

Baldur cattura Atreus, che aveva tentato nuovamente di attaccarlo da solo, e poi fugge verso il Lago dei Nove. Kratos parte all’inseguimento e la lotta prosegue fino alla sala del viaggio tra i regni, dove Baldur tenta di trasportare padre e figlio fino ad Asgard. All’ultimo istante, Kratos devia il Bifröst verso un altro regno: Helheim. Nel regno dei morti, i personaggi affrontano gli spettri del passato di Kratos e di Baldur.

Mentre padre e figlio superano le sfide del regno di ghiaccio, scoprono che la fonte dell’invulnerabilità di Baldur è un incantesimo lanciato da sua madre. Alla nascita di Baldur, Freya scoprì che il figlio era destinato a essere ucciso. Per impedire ciò, la strega lanciò un incantesimo per proteggerlo da qualsiasi minaccia magica e fisica. Nonostante Freya padroneggi le arti magiche, è risaputo che la magia Vanir è sfuggente e difficile da controllare.

L’incantesimo nascondeva infatti un unico punto debole che la strega non poteva evitare: Baldur sarebbe stato vulnerabile al vischio. Il dio divenne invulnerabile a qualunque cosa, ma allo stesso tempo insensibile a qualunque stimolo. Non provava dolore, ma allo stesso tempo era incapace di godersi i piaceri della vita. Baldur implorò Freya di revocare l’incantesimo, ma la madre si rifiutò di farlo per timore della profezia. Vedendosi negare la possibilità di provare qualcosa, Baldur cominciò a odiare la madre. La relazione tra Freya e Baldur, nonché la verità sulla sua condizione, escono finalmente allo scoperto. Kratos e Atreus scappano di nuovo a Midgard, ma non prima di essersi riconciliati.
La morte di un dio
Dopo la distruzione del portale, Mimir ha un’ultima soluzione per di accedere al regno dei giganti. Prima di mettersi all’opera, Kratos e Atreus vengono attaccati nuovamente da Baldur, scappato a sua volta da Helheim, ma questa volta interviene Freya. Furente per la presenza della madre, Baldur decide non solo di uccidere Kratos e Atreus, ma anche di vendicarsi una volta per tutte della madre e dell’incantesimo da lei lanciatogli alla nascita.
Padre e figlio combattono all’unisono. Insieme riescono a respingere Baldur, ma Freya si intromette e sottomette Kratos. Baldur si appresta ad assestare il colpo finale, ma Atreus si frappone tra i due per proteggere il padre. Il dio Aesir colpisce con un pugno la punta di freccia fatta con il vischio che Atreus indossa per tenere fissa la faretra. La punta di feccia trapassa la mano di Baldur e spezza finalmente l’incantesimo.

Per la prima volta nella sua vita, Baldur è in grado di provare qualcosa. Assaporando le nuove sensazioni, il dio ricomincia l’offensiva, ma la forza condivisa della coppia formata da Kratos e Atreus ha la meglio sulla nuova vulnerabilità di Baldur, che chiede di essere ucciso poiché desidera morire mentre è ancora in grado di provare qualcosa. Freya implora che suo figlio venga risparmiato e Kratos non si oppone, consapevole di cosa significhi perdere un figlio per un genitore.
Mentre Kratos e Atreus stanno per incamminarsi, Baldur usa le sue ultime forze per strangolare Freya e vendicarsi di tutti gli anni di tormento che ha vissuto. Freya accetta di morire, sperando che la sua morte possa donare un po’ di sollievo al figlio. Di fronte a questa scena, Kratos riconosce che Baldur sta commettendo i suoi stessi errori del passato. Decide di intervenire e salva Freya uccidendole il figlio. Incapace di accettarne, Freya culla il corpo esanime di Baldur e giura vendetta contro Kratos per averle portato via l’unico figlio, nonostante l’abbia salvata.
Jötunheim
Finalmente pronti a viaggiare fino a Jötunheim col Bifröst di Mimir, Kratos e Atreus raggiungono un tempio dei giganti, le cui pareti recano un’incisione raffigurante tutto il viaggio compiuto. I giganti avevano previsto tutto ciò che sarebbe accaduto e tutti gli avvenimenti precedenti. I due scoprono che le incisioni sono un lascito di Faye, anch’essa una gigante.

La donna non aveva mai rivelato le sue origini né al marito, né al figlio. Atreus ottiene finalmente la verità sulla sua discendenza: non solo è in parte mortale e in parte dio, ma anche un gigante. Si scopre inoltre che Atreus ha due nomi, uno datogli dal padre e l’altro dalla madre. Il nome datogli da Faye è Loki. Insieme, Kratos e Atreus spargono le ceneri sul picco di Jötunheim, realizzando finalmente l’ultimo desiderio di Faye.

Epilogo: il Fimbulwinter
Mentre il trio torna a Midgard, Mimir li avverte che, secondo la leggenda, la morte di Baldur è il primo evento che annuncia l’arrivo del Ragnarök. Kratos e Atreus si trovano quindi al centro di una grande profezia: i nove regni saranno devastati da una grande catastrofe e avverrà una battaglia così grande da portare alla morte molti dèi Aesir, tra cui Odino e Thor.

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