Il Fimbulwinter sta arrivando, l’inverno aspro e cupo che preannuncia il Ragnarök è ormai alle porte. E Kratos lo sa. Ormai logoro di battaglie il suo viso è duro e solcato dalle rughe ma il suo fisico è ancora quello di un tempo. Pronto alla battaglia i suoi occhi mal celano preoccupazione davanti allo scoppiettio del focolare che apre il gioco. Eppure lui è il Dio della guerra, ha sconfitto l’Olimpo.
Santa Monica in questo nuovo capitolo riesce a disegnare, anche grazie al suo predecessore, un uomo dal carattere sfaccettato e…molto più umano. La sofferenza per la morte della moglie ed il dovere di proteggere il figlio lo traghettano verso il suo destino. Non dirò molto altro della lore del gioco in quanto già si è detto molto ma soprattutto non voglio togliervi la sorpresa di questo viaggio epico che supera anche il precedente per densità narrativa.
La versione testata è quella per PC dopo aver già completato quella PS5 e non si può nascondere che l’effetto wow è comunque dietro l’angolo grazie ad un comparto tecnico di primordine. Effettistica, luci, ombre ed una pulizia generale dell’immagine la fanno da padrona grazie ad una potenza che solo un PC, dalle dovute caratteristiche, può dare. Ovviamente non vi consiglio di giocarci su un Handheld in quanto verrebbe meno tutta la maestosità del gioco. Quanto all’interfaccia riguardante la personalizzazione nota di merito va alla possibilità di implementare ogni tipo di DLSS aggiornato ed FSR il tutto in tempo reale in quanto il menù risulta trasparente. Ovviamente quello di Santa Monica è un gioco di natura cross generazionale che non richiede necessariamente GPU estremamente performanti ma che comunque risulta davvero ben fatto (si guardi ai due protagonisti dettagliatissimi e magistralmente animati).
Venendo al lato ludico posso dire che tutto sia rimasto sostanzialmente intatto ed invariato rispetto al precedente capitolo, salvo i nuovi potenziamenti che vengono sbloccati nel corso dell’opera. Il team Santa Monica ha ampliato moltissimo gli scenari, che seppur non essendo paragonabili a quelli di un open world, certamente saranno apprezzati per la loro vastità ma soprattuto qualità. Si perchè se in un open world devo abbassare gli standard tecnici a favore di una libertà di movimento assai ampia, in questo caso gli scenari sono da spaccamascella per densità e cura perchè più ristretti.
Quanto alla sfida GOWR rimane poesia videoludica. Gli scontri sono sempre divertenti, difficili (ma non frustranti) e soprattutto congeniali alla lore stessa. Mai quindi fine a se stessi. I boss e i mini boss sono moltissimi e girerete in lungo e in largo i 9 regni per cercarli e sfidarli non appena avrete i potenzaimenti necessari. È infatti possibile interagire con l’arsenale di Kratos sbloccando alberi delle abilità e potenziare le armature e le armi per conferire vantaggi particolari in combattimento in modo da poter combattere dalla distanza oppure corpo a corpo. Il combat-system che rimane un mix tra dinamiche da stylish-action e soulslike ora si è fatto molto più tecnico ed il numero dei nemici è lievitato enormemente sia per numero che varietà richiedendo approcci diversi come lo sfruttamento di specifiche armi e tecniche indispensabili per il loro annientamento. Tornando ai mid-boss ed ai boss i primi sono aumentati enormemente nel loro numero spaziando fra, Dreki, Guerrieri Seidr e Draurgr. Quanto ai combattimenti con i boss si può dire di essere davanti alle battaglie più epiche di sempre del panorama videoludico grazie al carisma degli stessi (come non amare Thor? Ndr).
Ma quindi GOWR è migliore del primo GOW? La risposta è, no. Perchè sono il proseguimento l’uno dell’altro, GOW è stato il cambiamento e GOWR la sua maturità. Il suo apice. Quello che posso consigliare è proprio riprendere il primo, finirlo a dovere e continuare il secondo, senza soluzione di continuità. Le opere vanno prese infatti nella loro interezza. Avrebbe senso leggere il Signore degli anelli partendo dal libro finale? Non credo. Il Ritorno del Re è migliore della Compagnia dell’anello? Non credo. Sono un unicum inscindibile che i fans devono gustarsi fino all’ultima goccia.
Questo accostamento vi avrà fatto capire di come per il sottoscritto, GOWR sia un capolavoro a cui aggiudicare un voto alto, altissimo. Che ancora non raggiunge la totale perfezione ma che tende ad essa.