Enotria: the last song . Scontro ad armi pari con gli altri soulslike?

Enotria Recensione

Il sole squarcia le sinuose strutture medievali mentre il mare si staglia all’infinito da un’altura. Sembra di essere in uno dei magnifici paesi del centro-sud italia pieno di allegria e gioia di vivere finchè un nemico, spuntato da un angolino di un palazzo rinascimentale, non ci piazza un fendente nel cranio ponendo subito fine alla partita.
Questo è uno dei tanti esempi di come Enotria: the last song ci accolga durante il suo lungo pellegrinare (18 ore di gioco). Un soulslike atipico, coraggioso, bello da vedere ma con tanti problemi tipici di un early access più che di un gioco finito. Specchio dell’Italia, bellissima ma così tanto problematica.
Eppure lo dirò immediatamente: Enotria mi è piaciuto. E’ il soulslike più coraggioso che abbia mai giocato insieme a Lies of P pur non avendo la sua magnificienza e magniloquenza.

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Enotria ci è piaciuto!

Ma partiamo dalle basi: dov’è o cosa era l’Enotria? Ebbene essa era un’antica regione dell’Italia meridionale che ricomprendeva Campania, Basilicata a Calabria. L’architettura delle abitazioni, rinascimentale (in alcuni tratti tardo medievale) riprende esattamente le caratteristiche dei tessuti edilizi che ancora oggi quei paesi posseggono. Lo stesso dicasi per i paesaggi: sono rimasto piacevolmente ammaliato dai campi di girasoli che si stagliano a perdita d’occhio per le colline (quanto romanticismo ndr).
Anche la Lore del gioco consegna al giocatore continui rimandi al nostro bel Paese. Il protagonista è un infatti un Senza Maschera, un guerriero creato da Pulcinella che deve scontrarsi con una maledizione: gli abitanti a causa del “Canovaccio” (un incantesimo che crea un loop continuo e ripetitivo) sono costretti, senza soluzione di continuità, a dare vita ad un’interpretazione teatrale ed artistica fatta di una violenza senza fine. La narrazione, come i vari souls già conosciuti, viene spiegata attraverso le decrizioni degli oggetti e dell’ambiente circostante che risulta però a volte eccessivamente criptica. I personaggi principali sono inoltre le nostre bellissime maschere italiane: Pulcinella, Arlecchino e Colombina solo per fare degli esempi. Fantastico. Era dai tempi del buon Dante’s Inferno per xbox 360 che non mi sentivo così patriottico durante una sessione videoludica.

La novità fresca e divertente

Passiamo ora al lato gameplay. Il team di sviluppo, Jyamma Games, introduce una serie di meccaniche mai viste in un souls quale ad esempio il sistema dei Corredi. Ogni Corredo, da cui il nome, include due armi ma soprattutto una Maschera (la vera novità). Con la semplice pressione di un tasto si può passare da un corredo all’altro in modo da utilizzare l’arsenale più congeniale alla situazione.
Tutto molto fresco e divertente. Purtroppo però ogni cosa bella nasconde un qualche problema celato ma in questo caso…alla luce del sole. Ed è il comparto animazioni sia in fase di gaming “libero” (ovvero senza scontri) che durante le interazioni con i nemici. E’ qui che si annidano tutte le problematiche del gioco. E purtroppo il confronto con i titoli di From Software deve essere fatto. Vuoi essere un Souls? E allora devi essere paragonato al tuo prototipo di riferimento. I titoli del maestro Miyazaki sembrano, ad un non attento sguardo, randomici lato scontri. Ma così non è. Sono la perfezione del genere, con Dark Souls 3 quale maggior esponente (ed Elden Ring quale più recente esempio). Nulla è lasciato in realtà al caso e “masterare” il gioco dopo molte (molte) molte (molte) ore è possibile ed appagante. Per Enotria invece non è così. Le mosse dei nemici sono spesso scollegate e lasciano al giocatore più di un interrogativo su come affrontare i pattern dei nemici. Questa analisi vi sembrerà un saliscendi di passioni, prima entusiastiche (il world building) e poi critiche (i combattimenti). Ma è proprio da una media di questo complesso di emozioni che comunque il titolo è risultato più che soddisfacente. Grezzo se vogliamo, da rivedere, da rifinire. Ma comunque appagante.

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Ad ogni buon conto gli sviluppatori lasciano intravedere delle migliorie grazie ad una roadmap che prevede tre update che verranno rilasciati nei mesi di novembre 2024, gennaio 2025 e marzo 2025.
Insomma un buon titolo che ci fa ben sperare per il futuro creativo non solo di Jyamma Games ma anche dell’industria videoludica italiana, paese che sa rinnovarsi grazie ad una creatività per noi innata e che il mondo intero ci invidia.

P.S.: Maschera preferita? Il bergamasco Arlecchino! (in dialetto: Arlechì).

Enotria: The Last Song è ora disponibile per PC tramite Steam ed Epic Games e Store PlayStation 5. Il prezzo è di 44,99€ su Steam ed Epic Games Store. Su PS5, l’edizione Standard costa 49,99€ e l’edizione Deluxe costa 54,99€.

Voto

7.5

Commento

“Enotria: The Last Song” si presenta come un audace tentativo di portare l’essenza dell’Italia nel genere soulslike. Con la sua ambientazione unica che fonde elementi medievali e rinascimentali del Bel Paese, il gioco offre un’esperienza visivamente affascinante e culturalmente ricca. L’innovativo sistema di “Corredi” e l’uso creativo delle maschere italiane nella narrazione aggiungono un tocco di freschezza al gameplay. Tuttavia, il titolo mostra anche le sue imperfezioni, particolarmente evidenti nelle animazioni e nei combattimenti che non raggiungono ancora gli standard elevati stabiliti dai maestri del genere. Nonostante ciò, “Enotria” riesce a conquistare per il suo coraggio e la sua originalità. In definitiva, questo soulslike “made in Italy” si rivela un’esperienza grezza ma promettente, che cattura l’essenza del suo paese d’origine: bellissima, a tratti problematica, ma innegabilmente affascinante. Per gli appassionati del genere in cerca di qualcosa di diverso, “Enotria: The Last Song” offre un viaggio unico attraverso un’Italia fantasy che, pur necessitando di qualche rifinitura, lascia comunque un’impressione duratura.

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