Che fine ha fatto

Che fine ha fatto: Resident Evil?9 minuti lettura

resident evil - biohazard

Dove s’e n’è andato lo spirito di Resident Evil? Chiamatemi inguaribile nostalgico o populista, ma permettetemi di rimpiangere con fiumi di lacrime i vecchi e altamente pixellosi capitoli.

Resident Evil 7, a parer mio, è un’opera di conversione più che di innovazione. Difatti tutte le basi dei precedenti capitoli sono state demolite e sostituite da fondamenta atte a sostenere una meccanica più moderna, ma sopratutto più adatta a soddisfare le esigenze di tutti. Non è la prima volta che accade, ma perché il risultato, a parer mio, e tanto diverso?

Su questa pietra edificherò BioHazard …

Le basi gettate dal primo capitolo hanno reso molto più semplice la progettazione dei titoli seguenti. Il progetto nasce come anello di congiunzione tra le pellicole horror anni 90 e i videogiochi. Nel 1996 Capcom propose qualcosa di realmente nuovo nel genere. Difatti la presentazione del primo capitolo era una sapiente pellicola interpretata da attori in carne ed ossa. La crudezza di alcune scene inoltre ne vietarono la riproduzione in Europa se non in forma censurata.

Resident Evil 7, Resident Evil

Il primo capitolo è datato 1996. Capcom affidò ad un giovanissimo Shinji Mikami, il progetto Bio Hazard (Resident Evil nel resto del mondo per una banale questione di Copyright). La Software House di Osaka impose pochi paletti all’emergente game designer, che in libertà poté dare sfogo alla sua creatività, raccogliendo alcune buone idee dai precursori del genere. La più grande fonte di ispirazione fu proprio Alone in the Dark, che per primo fuse in un videogioco esplorazione e tensione in pieno stile horror movie.

SafariGames Italia Che fine ha fatto: Resident Evil?Il gioco si basava appunto sull’ esplorazione e la risoluzione di alcuni enigmi. Il tutto si svolgeva in un ambientazione davvero da brividi. La struttura portante del gioco era composta da un ambiente circostante in 2D pre-renderizzato e dai modelli poligonali dei personaggi resi in 3D. Il sistema di telecamere poi ha fatto la storia. Etichettato come visuale cinematografica, portava più criticità che benefici! Il dettaglio che maggiormente caratterizzava la prima trilogia era il caricamento mascherato da porta misteriosa che si apriva cigolando. 

Questa botta di novità dava vita ad una trama sorprendente per i tempi. Forse per la prima volta ci si sentiva come i protagonisti di un grande film. Dove la tensione mista alla paura di svoltare ogni angolo catalizzava tutti i nostri sensi nel godere di un atmosfera davvero indimenticabile.

Da Survival ad Action il passo è quasi obbligato

Il primo capitolo della nuova trilogia si fece attendere non poco.

Verrebbe da pensare che il colosso del videogioco made in Japan, si fosse preso del tempo per studiare la giusta direzione da far prendere a Resident Evil.Una via che unisse il classico al moderno! Che avesse sacrificato vendite sicure per non disattendere le aspettative, sempre crescenti, dei fan! Bhe non furono quelli i motivi!

Resident Evil 7

La verità fu che Mikami, autentico vulcano di idee, era talmente impegnato a cercare nuove meccaniche per la serie, che alla fine ne trovò davvero troppe! Dando vita, quasi per sbaglio ai brand di Dino Crisis e Devil May Cry. 

Cosicché Capcom si vide costretta a spolpare prima le nuove IP, consentendo un meritato riposo alla serie numerata, che rimase sopita per alcuni anni. Ben coperta comunque da spin-off anche di ottima qualità, che miravano a testare le novità che avremmo trovato in seguito.

Resident Evil 3 chiuse  la prima trilogia, mandando di fatto in pensione tutte le vecchie e meccaniche e il sistema di controllo. Dopo ben 6 anni di spin-off e riedizioni ecco il fulmine a ciel sereno. Nel 2005 viene pubblicato il controverso Resident Evil 4. Capcom di fatto mette in pratica tutto quello che di buono è emerso dai vari esperimenti.

Il pubblico si spacco come mai per un capitolo numerato della saga. Sui vari forum si divisero:

  • I più estremisti conservatori del classico Resident Evil, che etichettarono il quarto capitolo come anatema e bestemmia atta a stuprare un leggendario brand.
  • I più giovani e amanti dello splatter moderno che innalzarono Resident Evil 4 a capolavoro sopraffino, eleggendolo il miglior gioco della serie mai scritto!

La verità sta nel mezzo …

Il quarto capitolo segno una svolta epocale. Con buona pace dei conservatori del primo Resident Evil, la serie non poteva affatto rimanere incernierata a meccaniche invecchiate drammaticamente. Parliamoci chiaro, i comandi della prima trilogia, erano detestabili anche al nel periodo di appartenenza!

I famigerati volponi con tana in sede Capcom, hanno fuso il rinnovamento di una meccanica che cadeva a pezzi, con il passaggio ad un soggetto più GGiovane. Un Action-Horror poco survival, che non lasciava proprio nessuno scontento, perché comunque, oggettivamente, era rapido, divertente e profondo.

Resident Evil

Il gioco fu comunque un grande successo, anche se scosse profondamente le fondamenta del brand. Dopo 10 anni di onorato servizio furono messi in soffitta gli Zombie, il Virus T e tutta la crisi di Raccoon City. La trama raccontava di un Leon che aveva dismesso la divisa, per cimentarsi nell’investigazione privata. Assunto da sua eccellenza: il Presidente degli Stati Uniti, era impegnato nel ritrovamento della figlia, rapita in circostanze mai chiarite da una misteriosa organizzazione.

Non serve uno storico della serie per capire che la trama, rispetto alla prima trilogia, è una chiavica! Banale nella sua essenza e oltremodo inverosimile, accompagna un gameplay comunque solido e innovativo per molti versi. Anche se non privo di pecche …

L’impossibilità di muoversi mentre si faceva fuoco e il cambio dell’arma da fare esclusivamente attraverso l’apertura dell’inventario, “abbastanza” ridotto. Erano forti collegamenti con la passata trilogia, che però apparivano una forzatura forse inutile. A livelli di difficoltà elevata, i quick-time events, piuttosto comuni, erano una discreta spina nel fianco. Alcuni dei Boss erano superabili solo attraverso quella meccanica, rendendo alcune fasi abbastanza frustranti.

Infine, la morte del concetto di survival era sancita da allegre tavolate di munizioni e cure appena prima della Boss-Fight di turno.

Resident EvilLa curiosità …

In tema di mirabolanti novità, ci fu anche da stupirsi della collaborazione che scaturì con Nintendo. Non tutti forse ricordano che il quarto capitolo uscì in esclusiva temporale per Nintendo Game Cube. (Ai tempi comprai Nintendo GameCube e RE4 in Bundle a 100 €!!) Forse per provare a evitare l’inevitabile! L’accordo si chiamava “Capcom Five”, e prevedeva l’uscita di 5 grandi titoli Capcom sulla allora arrancante console della grande N.

Cosa rimane del brand?

A ruota seguirono il quinto capitolo (2009) e il sesto (2012). Entrambi buonissimi giochi, ma che scelsero di perseguire strade, secondo me, discutibili. Resident Evil 5 fu un incredibile successo di vendite in tutto il mondo. Non fu per nulla limitato dalla furibonda polemica che esplose e che accusava Capcom di razzismo. Ancora oggi non so spiegarmi i motivi di questo successo incredibile di vendite. Personalmente trovai il gioco tedioso e povero di novità interessanti. Inoltre non apprezzai molto la campagna da giocare il Co-op. Una altra mortale coltellata alla definizione già defunta di survival!

Per non inciampare in un disastro ci sarebbe voluta un inversione poderosa con il sesto capitolo. Inversione che non si verificherò proprio per nulla. Resident Evil 6 Fu il punto più basso che la serie avesse mai toccato. Un jackpot di valutazioni e commenti negativi, anche oltre i reali demeriti dello sviluppatore. Il gioco non era neanche pensato così male, ma si decise di voler far contenti tutti, proponendo 3 campagne differenti, incentrate sulle preferenze maggiormente espresse dall’utenza. Risultato? Una trama incomprensibile costellata di banalità e personaggi dimenticabili. Un grottesco alternarsi di cataclismi biologici e nullità esplorative davvero avvilenti!

Le vendite crollarono e addirittura c’era chi auspicava che alla saga fosse staccata la spina per preservarne un minimo buon ricordo.

Addio Resident Evil?

La secondo trilogia si chiuse con lo stesso botto della prima, ma con un senso diametralmente opposto! Il brand galleggiava in un clima di sfiducia quasi cronico, e a nulla giovò l’uscita di un mare di titoli spin-off anche di buona qualità.

Resident Evil

Il lancio di Resident Evil 7 fu pianificato e sostenuto tramite una campagna marketing da vera eccezione. Una delle campagne a mio avviso meglio studiate, e sopratutto meglio riuscite. A pochi giorni dall’annuncio,non si parlava di altro! Logicamente non solo per il lancio avvenuto con una campagna ad elevato budget, ma sopratutto perché, da subito, fu difficile collocare il gioco nei meticolosi luoghi comuni della serie.

Non serve ricordare quanto si divise l’utenza, come al solito priva di mezze misure. Da chi gridava allo scandalo a chi già etichettava il progetto come completo fallimento. D’altro canto, la banda degli ottimisti, si divideva tra grandi speranze di innovazione e ritorno alle origini.. Come al solito..

A conti fatti Resident Evil 7 è stato un discreto successo, con un totale di copie vendute al 31/01/2018 di 4.8 milioni. Numero abbastanza lontano dalle prime stime di 10 milioni di copie di Maggio 2017.

Che fine ha fatto … Resident Evil?

Premetto di esprimere le opinabilissime opinioni condivisibili come no. Per tanti anni sono rimasto molto legato a questa serie, prevalentemente perché la elessi a motivo per cui amare i videogiochi. Ci andrò giù abbastanza duro perché nel cuore rimango Ligure! Ma sono consapevole che con il tempo si idealizza ciò che abbiamo amato di più e quindi l’obiettività è una dote molto rara.

Resident EvilResident Evil, o quello che ne rimane, è ormai una vittima del suo stesso creatore. Questo settimo capitolo è sono uno squallido tentativo di vendere l’onorabile nome del brand, proponendo però un miscuglio di spazzatura moderna scopiazzata qui e la, mascherata da GRANDE RITORNO ALLE ORIGINI! 

Fin da subito ho trovato odioso il decontestualizzare così tanto il marchio Resident Evil. Per poi solo giustificare il passaggio a meccaniche più appetibili e per un pubblico più ampio. Per anni ho assistito ad un lento ma inesorabile abbassamento della qualità generale dei vari e nuovi titoli, fino a rendermi conto di accogliere con entusiasmo delle semplici riedizioni o remake o ancor peggio banali porting!Tutto per ottenere più denaro! Il che non è un difetto sia chiaro! Tutti noi lavoriamo per il salario!

Resident EvilFare più soldi, è stato però l’unico e imprescindibile obiettivo posto a questo Resident Evil 7. E sono certo che si poteva chiedergli molto di più! Il grande ritorno alle origini non esiste, ed è solo un grande ritorno a iò che è stato ideato da un altro e già visto in P.T. o Outlast. Non basta spaventare i malcapitati con odiosi jump-scare gratuiti per potersi proclamare principi dell’horror!

Resident Evil, ai tempi dei pixel grandi come mandarini, proponeva molto di più! Liberi dall’ansia delle vendite, i primi capitoli erano capaci di coinvolgere a tal punto i giocatori da farli perdere in una esplorazione investigativa che avrebbe seminato più dubbi che certezze. Fino a sconvolgenti epiloghi che avrebbero colpito con verità tanto dolorose da preferir quasi l’ignoranza!

Resident Evil#SaveRE

Spero che in Capcom, tra una sessione e l’altra di conteggio delle banconote contanti, trovino il tempo di progettare qualcosa prima di pensare a come venderlo. 

 

 

 

Che fine ha fatto: Resident Evil?9 minuti lettura ultima modifica: 2018-01-31T16:55:00+01:00 da Giganico

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *